Sanità Pubblica e Salute

Sanità Pubblica e Salute

Articolo 32 della Costituzione: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.

Siamo favorevoli alla sanità pubblica, dobbiamo proteggere e implementare il sistema sanitario nazionale.

È necessario sviluppare un sistema sanitario pubblico efficace ed efficiente, senza per questo motivo penalizzare quello privato. I due sistemi possono esistere in modo complementare ed essere utilizzati in base a scelte ed esigenze di ogni cittadino.
Vogliamo rendere il Servizio Sanitario Nazionale sempre più al passo coi tempi sfruttando digitalizzazione e telemedicina.
È importante inoltre concentrarsi sul ruolo del medico di medicina generale (medico di famiglia), che spesso rappresenta il primo contatto tra cittadino e SSN.

Serve rivedere il federalismo sanitario, che negli ultimi vent’anni ha reso sempre maggiori le differenze inter-regionali, penalizzando soprattutto i cittadini dell’Italia meridionale. Serve stabilire nuovi criteri che siano più inclusivi degli attuali LEA. Serve inoltre sviluppare una sanità territoriale, che superi il modello ospedale-centrico, diventando realmente a disposizione del cittadino.

Bisogna elaborare un piano di sviluppo del SSN per renderlo pronto a fronteggiare le maggiori sfide che si profilano all’orizzonte: pandemie, cambiamento climatico, inquinamento, antibiotico resistenza, questi sono solo alcuni dei grandi temi che la sanità italiana e mondiale verrà chiamata ad affrontare. Serve fare un serio discorso sulla salute mentale, ancora succube di un bigotto e antiquato retaggio e rivederne la gestione a livello territoriale, attualmente insufficiente, ricordando la definizione di salute secondo l’OMS: “completo benessere fisico, mentale e sociale e non esclusivamente l’assenza di malattia o infermità”.

Serve coinvolgere maggiormente la popolazione, senza la quale gli obiettivi non possono essere raggiunti. Lo si deve fare partendo dall’educazione sanitaria, fin dalla scuola, ma anche mediante campagne informative sia per quanto riguarda la prevenzione sia l’adozione di uno stile di vita più sano. Serve intraprendere un serio dibattito sui grandi temi della bioetica, da troppo tempo rimandato.

Bisogna aumentare il numero dei medici specialisti, in forte calo a causa dei pensionamenti e di una inefficiente gestione delle risorse umane del comparto sanitario (medici, infermieri ed altri operatori). Bisogna prevedere un aumento del numero di borse di specializzazione, senza le quali i medici laureati non hanno la possibilità di intraprendere la formazione

post-laurea necessaria all’inserimento nel mondo del lavoro. Bisogna anche adeguare i salari dei professionisti, che altrimenti rivolgeranno all’estero la loro attenzione.

Serve riformare il sistema dell’intramoenia per garantire un’uguale qualità del servizio con il pubblico ma privilegiando la prestazione pubblica.

Bisogna ottimizzare la gestione delle risorse e adeguare la spesa sanitaria, in rapporto al PIL, a quella dei Paesi avanzati con un sistema analogo al nostro. Negli ultimi vent’anni la popolazione è invecchiata, quindi ci sono più malati cronici che incidono maggiormente sulla spesa sanitaria.

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