Rearm Europe
Rearm Europe
1. Una lezione dalla storia: la deterrenza non è escalation
L’esperienza della Guerra Fredda rappresenta un importante insegnamento storico: il riarmo, se guidato da una logica di equilibrio e non di aggressione, non comporta automaticamente un’escalation militare. Al contrario, fu proprio la deterrenza militare a garantire la pace tra i grandi blocchi contrapposti, evitando conflitti diretti. Un bilanciamento delle forze fu in grado di mantenere la stabilità e prevenire scenari di guerra su larga scala. Oggi, alla luce di nuove minacce globali, riaffermare un equilibrio strategico è una scelta di responsabilità, non di aggressione.
2. Un argomento logico: la diplomazia come interazione strategica
Nel 1994, la teoria dei giochi è stata premiata con il Nobel per l’economia per aver spiegato come gli attori in un sistema interagiscano in base alle scelte altrui. Questo principio si applica pienamente anche ai rapporti internazionali: la diplomazia funziona solo se vi è un equilibrio tra le parti. In assenza di una simmetria di potere, il soggetto più forte può sfruttare la propria superiorità, rendendo inefficace ogni forma di trattativa. Per questo, dotarsi di strumenti adeguati di difesa non è un atto ostile, ma una condizione necessaria per negoziare da pari.
3. Il diritto internazionale: la consuetudine va difesa
Il diritto internazionale si fonda principalmente su norme consuetudinarie, ovvero pratiche accettate e rispettate dagli Stati nel tempo. Quando alcuni attori internazionali — spesso definiti “Stati canaglia” — violano impunemente queste regole, ignorarli equivale a legittimare un sistema globale anarchico, dove la forza prevale sul diritto. Una deterrenza difensiva, condivisa e proporzionata, serve proprio a tutelare l’ordine internazionale, prevenire gli abusi di potere e promuovere una pace giusta e duratura.
4. Il rispetto della Costituzione italiana
L’articolo 11 della Costituzione italiana sancisce che “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Tuttavia, non ripudia il diritto alla difesa. Anzi, proprio in nome della libertà e dell’autodeterminazione, è legittimo e coerente con i principi costituzionali dotarsi di una difesa efficace. La deterrenza difensiva non contraddice l’articolo 11, ma ne rappresenta un’applicazione coerente, nella misura in cui protegge la pace e la libertà senza promuovere conflitti.
5. Una visione economica più responsabile
Spesso si sostiene che aumentare le spese militari implichi tagli a sanità, scuola o welfare. Si tratta di un falso dilemma. Le risorse pubbliche non sono necessariamente un gioco a somma zero. Il vero nodo è come vengono gestiti i fondi: sprechi, bonus improduttivi e finanziamenti superflui — come quelli destinati a iniziative di scarso impatto come la “giornata nazionale del made in Italy” — rappresentano margini di recupero importanti. Una gestione più oculata delle finanze statali può consentire investimenti intelligenti nella sicurezza, senza compromettere i diritti sociali.
6. In conclusione: difesa come responsabilità
Il progetto ReArm Europe non riguarda solo l’ambito militare. È un’iniziativa che investe la sfera della sicurezza, della libertà e della responsabilità politica a livello europeo. Una capacità difensiva credibile non è uno strumento di sopraffazione, ma una garanzia di autodeterminazione e di pace. Senza di essa, rischiamo di esporci a minacce esterne capaci di mettere in discussione persino l’ordine democratico che oggi diamo per scontato.